L‘Uovo d’Artista, un percorso durato vent’anni
di Giuseppe Canali
L’Uovo d’Artista a Calcata è il tema di un ciclo di mostre durato circa vent’anni quando il bellissimo spazio del Granarone veniva usato per fare delle mostre gestite da Marijcke Van der Maden e Mimmo Malarbì. Ogni anno prima di Pasqua gli artisti di Calcata e amici di Calcata esponevano le loro opere basate sull’idea di un uovo come fonte di vita o anche a livello astratto. Sia io che Lucilla abbiamo partecipato praticamente quasi tutti gli anni, ogni anno con un’opera diversa.
Quella che ricordo con piacere forse è la prima mostra alla quale ho partecipato esponendo un mezzo uovo costruito con l’argilla fresca da cui spuntava un volto umano come se volesse uscire dall’uovo. Alla fine della mostra ho trovato l’uovo tutto pieno di impronte delle dita delle persone che l’hanno toccata per capire di cosa fosse fatto. Quella scultura pesava tantissimo perché era grande 1 m x 50 cm. × 60 cm. e l’abbiamo portata in quattro su di una barella da me costruita. Lucilla portava un cavalletto di legno su cui ogni tanto dovevamo poggiare l’opera perché pesava tantissimo. Da quel giorno ci siamo chiamati “gli schiavi dell’arte”. Sembrava quasi una processione “della Madonna” dove ogni tanto i portantini si fermano per riposarsi.
Un altro anno ho esposto un uovo grande costruito con la cartapesta, gli ho messo intorno una mia camicia che era stata imbevuta di gesso e Vinavil, al momento dell’esposizione la camicia era asciutta perciò era rigida, quell’opera l’ho chiamata: “l’Uovo in Camicia”. Lucilla ha esposto un anno la sagoma di un uovo grande fatta con un tondino di ferro con il cuore al centro: “Cuore di uovo”. Di opere ne abbiamo fatte veramente tante e ancora alcune di queste sono nella nostra cantina ed esposte nel museo all’aperto di Piero Galletta.
L’ultimo che ho fatto nel 2023 era intitolato: “La Verità viene sempre sempre a galla”. Quest’opera era formata da una vasca di ottone dove dentro avevo inserito un foglio di plastica e riempita con acqua. Ho costruito un uovo di polistirolo grande e l’ho ricoperto tutto con i tappi di sughero . L’uovo così costruito l’ho inserito nella vasca con l’acqua e galleggiava. Il concetto che la verità viene sempre a galla, si verificava nel momento in cui una persona spingeva verso il basso l’uovo che naturalmente, una volta abbandonato, tornava a galla. Da cui il titolo. La cosa divertente è avvenuta quando un bambino ha iniziato a spingere l’uovo nell’acqua con forza crescente fino a quando ci si è buttato sopra con tutto il peso del suo corpo. Tantissima acqua è tracimata dalla vasca e la madre del bimbo voleva sgridarlo, ho bloccato la signora dicendo che quella opera era fatta proprio per essere toccata. Molto divertente.