Lavorazione Ceramica Raku Cottura - GIuseppe Canali Artista

LA CERAMICA RAKU

La ceramica Raku nasce in Giappone nella seconda metà del XV secolo. Usando argilla con aggiunta di chamotte, o sabbia silicea, che sopporta violente variazioni di temperatura, si aumentò in maniera considerevole la produzione di ciotole, rigorosamente realizzate a mano, per la cerimonia del tè.

Per cambiare la colorazione dell’argilla si usano ingobbi colorati con ossidi.

Tutte le tecniche di foggiatura conosciute si possono usare per costruire i propri pezzi: lastre, colombini,tutto tondo o tornio. Si consiglia di prestare molta attenzione all’uniformità degli spessori ed eventuali aggiunte di manici attaccati con la barbottina.

L’essiccazione deve essere regolare e lenta in ambienti non esposti a correnti d’aria per non creare eventuali fratture. La prima cottura avviene in atmosfera ossidante o neutra compresa tra i 920°C e i 950° C. Una delle caratteristiche degli smalti per basse temperature è il basso punto di fusione.

Le sostanze che formano il rivestimento ceramico base si possono raggruppare in tre categorie: Vetrificanti (silice); Fondenti (sodio, potassio, calcio e litio); Stabilizzanti (allumina). Per il rivestimento si usano le “fritte” che sono basi vetrose già fuse, raffreddate e macinate con un punto di fusione basso compreso tra gli 850°C e i 950°C. Per alzare il punto di fusione si combinano: Fritta alcalina FFA5 90%, Caolino 9 % e Bentonite 1%.

Il Caolino è un’argilla purissima che non fonde e rimane bianca, alza il punto di fusione della Fritta e migliora l’adesione dello smalto al corpo argilloso.

La Bentonite è un materiale di origine vulcanica che facilita la sospensione dello smalto.

Per ottenere uno smalto bianco coprente si usa l’ossido di stagno in proporzioni tra 4% e 8%. Gli ossidi o i carbonati aggiunti alle basi trasparenti possono dare effetti di metallizzazione e lustro.

Cobalto (blu – blu intenso), Rame (a seconda della percentuale turchese, verde, rame), Manganese ( marrone), Ferro giallo ( ambra, giallo pallido, giallo), Ferro rosso ( rosso pompeiano, mattone) e Cromo verde ( verde chiaro, verde prato).

L’applicazione degli smalti può essere fatta per immersione, a spruzzo o a pennello di uno spessore di circa 2 mm. Le parti non smaltate, con la riduzione (mancanza di ossigeno), assumono una colorazione variabile dal grigio al nero.

I sali metallici, pericolosi al contatto con la pelle, come il Nitrato d’Argento(AgNO3), producono superfici lustre o madreperlate.

La seconda cottura avviene in forni alimentati a gas per elevare velocemente la temperatura. Una volta raggiunta la temperatura di fusione i pezzi vengono estratti dal forno con guanti ignifughi e lunghe pinze, adagiati su un letto di materiale combustibile (segatura, carta di giornale,foglie secche o altro materiale organico) che verrà soffocato chiudendo l’accesso all’ossigeno e creando un’atmosfera cosiddetta riducente provocando gli effetti lustrati sulla superficie degli smalti. Dopo pochi minuti i pezzi possono essere immersi nell’acqua per interrompere il processo di riduzione e stabilizzare gli effetti di lustri. In seguito i pezzi verranno lavati per far emergere le iridescenze e la brillantezza degli smalti.

Dato che il Raku non può dare risultati sempre costanti ogni pezzo sarà unico.
Estratto da un testo dell’ass. culturale L’Albero di Terracotta di Elettra Cipriani.